venerdì 29 marzo 2024
Curiosità
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Come avvengono rientro e atterraggio dello shuttle?

Il rientro nell’atmosfera delle navette spaziali deve avvenire con un angolo preciso rispetto all’orizzonte terrestre. Se infatti l’angolo fosse inferiore, il risultato sarebbe simile a quanto si verifica quando si fa rimbalzare un sasso sull’acqua di uno stagno. La navetta, rimbalzando sugli strati più alti dell’atmosfera, potrebbe perdersi nello spazio.
Se, al contrario, l’angolo fosse troppo elevato, la navetta farebbe la fine di un sasso lasciato cadere verticalmente in una pozza d’acqua, ma le temperature elevate cui andrebbe incontro per l’attrito con l’atmosfera la farebbero bruciare.

Il sentiero di discesa ideale è comunque ripido, di circa 19 gradi (la traiettoria di discesa di un normale aereo-passeggeri è di 2-3°) e lungo questo percorso la navetta può rallentare progressivamente dai 27-28 mila chilometri all’ora, velocità di crociera in orbita terrestre, a poco più di 300 km/h nel momento in cui tocca il suolo.

Le operazioni di rientro iniziano girando la navetta in senso opposto a quello di marcia e accendendo i motori per due-tre minuti. Così facendo si rallenta la velocità iniziale. In questo modo il velivolo si abbassa e inizia il rientro verso la base. A questo punto lo shuttle ruota di nuovo e con la prua leggermente sollevata cabra sino a 120 km di quota. A questa quota si raggiunge ufficialmente l’atmosfera.

In alcuni punti della pancia dello shuttle si toccano temperature di 1540 °C. Ciò causa ionizzazione dell’aria che impedisce le comunicazioni con la Terra. Undici minuti di silenzio, poi a un’altezza di circa 60 km, quando lo shuttle possiede una velocità di 20 mila km/h i contatti sono ristabiliti. I carrelli d’atterraggio escono 14 secondi prima del touchdown che avviene a 345 km/h. La missione è conclusa
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